La convinzione di voler ricavare un prodotto “sano e genuino”, la natura argillosa del terreno di coltura e l’estremizzazione del clima a cui stiamo assistendo negli ultimi anni che ha determinato, per alcune stagioni, la riduzione dei periodi di lavorazione per l’inagibilità dei terreni stessi ha convinto l’azienda a prendere una decisione netta: continuare ad utilizzare i disciplinari che consento l’uso di molecole di sintesi o applicare in maniera ancora più vigorosa le metodologie biodinamiche. Si è optato per l’applicazione di quest’ultimo, tradizionale ed alternativo al tempo stesso e le ultime vinificazioni hanno dimostrato che le scelte compiute si sono rilevate maggiormente funzionali alle esigenze della vigna e del vino prodotto.
L’uso dei preparati organici Fladen e Cornoletame, nell’arco di due anni hanno ricostituito una struttura tipica dei terreni di medio impasto, l’aumento della gamma delle essenze da rovescio, graminacee e crucifere affiancate alle leguminose classiche, hanno permesso di rinsaldare e rigenerare il terreno al tempo stesso.
Anche la calendarizzazione delle attività di cantina avviene nel pieno rispetto dei tempi imposti dalla natura stessa, ed i risultati ottenuti con i nostri vini ci confermano la bontà della scelta fatta.
In vigna e nell’oliveto teniamo ben presente la differenza tra un approccio meccanicistico e olistico.
Guardiamo infatti al sistema suolo come ad un vero e proprio organismo che per funzionare bene richiede la cura di tutti i suoi organi e quindi del loro reciproco equilibrio.
Non concimiamo le viti ma fertilizziamo i suoli uscendo dal concetto meccanicistico delle asportazioni e dei relativi apporti.
Rispettiamo la pianta in ogni suo gesto e limitiamo gli interventi alla potatura invernale eseguita in periodi precisi per favorire la fruttificazione.
La difesa è affidata ai sali di rame, allo zolfo e/o prodotti con principi attivi ricavati da sostanze completamente naturali riconosciuti dal disciplinare della metodologia biologica.